In contrapposizione alle negoziazioni ufficiali di Rio+20, si alza alla cupola dei popoli la voce unita delle reti sociali che non credono nel modello di economia verde promosso dall’ONU e propongono una transizione verso un nuovo modello basato su nuovi principi come la giustizia ambientale e sociale e la democratizzazione dello sviluppo.
Il 19 di giugno diversi protagonisti di movimenti sociali hanno condiviso le loro idee in una sala gremita di giovani, nel corso di un incontro promosso da Rigas, la rete italiana per la giustizia ambientale e sociale.
“Attraverseremo questa crisi della civilizzazione, ne usciremo con sofferenza, però non la sofferenza di un uomo morente, ma la sofferenza di un parto, di una nuova nascita”. Parla di etica ambientale e sociale Leonardo Boff, noto esponente della Teologia della Liberazione, parla di nuovi vincoli di interdipendenza tra gli uomini e la natura, parla di un’alternativa a questa forma di sviluppo e ad ascoltarlo c’è una platea costituita per buona parte da giovani. I principi individuati da Boff per raggiungere questo cambiamento sono: il principio del rispetto verso tutti gli esseri viventi, il principio del prendersi cura, che rompe la logica della dominazione, il principio di responsabilità e il principio della cooperazione e della solidarietà. A questi principi devono affiancarsi l’ospitalità, la convivenza, la tolleranza e la convivialità. L’alternativa c’è, la Cupola dei Popoli è già un piccolo germoglio di una società futura, ma ha bisogno di una terra fertile dalla quale trarre nutrimento, dove affondare le proprie radici: l’etica è la terra da cui nascerà il seme dell’utopia.
Giovanna Sartori e Daniele Saguto